Ben è un diciassettenne come molti, ma affetto da una leggera forma di autismo.Per lui ogni giorno rappresenta un giorno all’inferno. Ben è perseguitato da due bulli, che lo maltrattano continuamente. Ma Ben ha anche un’altra vita, trascorsa online in un gioco di ruolo per computer. Ora Ben ha un piano per vendicarsi. È in questo momento che Scarlite, la sua ragazza virtuale, decide di entrare nella sua vita reale....

L’autismo, è ormai una malattia soprattutto sociale. E Nic Balthazar alla sua opera prima prende una storia che tanto lo colpì, uno dei tanti suicidi giovanili in Belgio particolarmente odioso perché compiuto da un ragazzo malato, devastato dal bullismo dei coetanei. Ne fece un libro apprezzatissimo, Niente era tutto quello che diceva, e una pièce teatrale da 250 repliche. Ben X ha la bella (e opposta) intuizione di vivere questo dramma individuale, familiare e alla fine collettivo attraverso una realtà mediata e mediatica, quell’autismo di massa che sono la realtà virtuale e la televisione, sfruttandone l’amore morboso per il dolore (altrui) e per il reality in un finale forse eccessivo ma efficace.