Ruby legge i tarocchi e chiama “Matto” il fratellino. Leroy è un amico di Ruby e spiega a Matto, preoccupato perché vede la mamma in allarme, che il padrone di casa li ha sfrattati per un lieve ritardo nei pagamenti: lo scopo del padrone di casa è in realtà scacciare tutti gli inquilini per ristrutturare il palazzo e farne un edificio per benestanti. Quella di Matto è l’ultima da sloggiare. Leroy vorrebbe spingere Matto sulla strada dell’illegalità per fargli aiutare la famiglia, tenuto anche conto che la mamma ha il cancro: il piano è derubare il padrone di casa. Questi è però già contrariato per altri furti subiti e sua moglie  tratta con severa crudeltà la figlia Alice. Matto tenta di mettere in atto il piano di Leroy per derubare i padroni, ma nei sotterranei della loro casa ci sono delle oscure presenze....

Wes Craven tenta l’ambiziosa carta della metafora politico-sociale raccontata in forma di fiaba horror profondamente radicata nella quotidianità urbana, mettendo a confronto la povera realtà di strada della famiglia di colore con la gretta avidità della famiglia bianca e borghese, apparentemente perfetta ma in realtà malata e sordidamente basata su rapporti incestuosi. In questo contesto, Craven inserisce anche una delle classiche paure dei bambini, quella della gente misteriosa che popola i sottoscala. Alcuni dei personaggi principali non hanno un vero nome, ma sono individuati da “definizioni” (papà, mamma, Matto). Il concetto è interessante e anche originale e Craven cerca di dargli corpo alternando toni da commedia a quelli propriamente horror, proprio come farebbe in una favola cupa e morale.